Il funerale di mio nonno è appena finito. Tutti iniziano ad andarsene ed io rimango solo, nel cimitero, a guardare la tomba che si riempie di terra. Inizia a fare notte. Quando la tomba è piena, uno degli uomini mi dice:
-Dai, mi fai pena così, Sali sul furgone che ti accompagno a casa!
Non gli rispondo. Continuo a starmene seduto a guardare la tomba di mio nonno. Il signore mi da una spinta dietro la schiena perché non lo sto minimamente calcolando. Avrei bisogno di un passaggio, ma non posso mostrargli che sto piangendo, quindi non mi giro. Il signore alza le spalle e se ne va. Il nonno era la persona meno calcolata della mia famiglia: non uno spicciolo da dare in eredità, vecchio testardo ubriaco che un paio di volte aveva provato ad assassinare mia madre perché aveva sposato suo figlio.
Io invece penso che dietro la sua aria da serial killer nascondeva qualcosa. Non ho mai potuto scoprirlo, perché i miei genitori me l’hanno sempre impedito e poi, quando sono andato via di casa, hanno fatto in modo che fosse chiuso in prigione. L’ultima volta che l’ho visto avevo sedici anni. Ora mio nonno è morto e si è portato dietro il suo mistero.
Sono le otto e, come in una qualsiasi giornata di gennaio, è già notte. Casa mia è a quaranta chilometri di distanza da qua, quindi decido di andare a casa dei miei genitori per passare la notte. Domani mi farò accompagnare in macchina da mio padre.
Prima però voglio rimanere ancora un po’qua a godere dell’atmosfera da film horror. Molti se ne andrebbero volentieri via di corsa, ma a me è sempre piaciuta questa sensazione di paura. Tutti i tuoi sensi sono all’erta e ti aspetti una minaccia spuntare fuori da ovunque nella nebbia.
Ok, però ora basta, se arrivo a casa dei miei a mezzanotte non mi apriranno mai. Vado verso il cancello di metallo del cimitero, quando scopro che è chiuso. È stato quel cretino di Battista, il portinaio, che mi ha chiuso dentro. Faccio il giro del cimitero e non trovo nessuna uscita di sicurezza. In più i muri sono troppo alti e non posso scavalcarli.
Nessun problema, non è la prima volta che passo la notte in un cimitero. Mi siedo vicino la tomba di mio nonno, appoggio la testa per terra e provo a dormire. Sto quasi per addormentarmi, quando sento una donna che urla.
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