Senza rifletterci più di molto, mi alzo e vado in quella direzione. Nulla, solo la nebbia.
Mi giro per tornare indietro, quando vedo una sagoma nascosta nella nebbia. Rimango a fissarla per qualche secondo, poi sparisce. Di sicuro me la sono immaginata, come per l’urlo, colpa di tutti i film horror che guardo.
Me ne torno alla tomba di mio nonno e trovo un foglio di carta attaccato con lo scotch alla bara. Senza pensarci più di tanto, lo prendo ed inizio a leggerlo: sono lo spirito di tuo nonno… scappa finché sei in tempo!
Che razza di scherzo è questo? Ho diciannove anni, non dodici! È l’unica cosa che mi passa per la testa e la grido pure ad alta voce, come se qualcuno potesse sentirmi. Non c’è nessuno. Sono solo, di notte in un cimitero. Una sensazione di paura mi prende di colpo. Non quella paura che mi danno i film horror, ma una paura seria, incontrollabile.
Una sola volta ho avuto paura in questo modo: quando mio nonno, ubriaco era quasi riuscito ad uccidere mia mamma. Avevo dieci anni e mio padre non era in casa. Non mi dispiaceva tanto per mia madre, quanto per il fatto che, quando mio nonno avrebbe finito, se la sarebbe presa con me.
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