Cammino sul lato sinistro della strada. Davanti a me, solo l’asfalto bagnato. Si sente solo il rumore dei miei passi. I lampioni illuminano la via solo a metà, rendendola più lugubre e sinistra di quello che è in realtà.
Sinceramente ho un po’ paura di passare da queste parti a quest’ora, soprattutto perché poco tempo fa hanno rubato qui vicino. Ora sto pensando a quei videogiochi horror dove devi scappare da un mostro che ti vuole uccidere. L’atmosfera è la stessa: ti aspetti sempre di trovarti una minaccia dietro l’angolo. Mi sembra di sentire un rumore dietro di me. Mi giro, ma non vedo niente. Mi viene voglia di mettermi a correre, ma mi sento ridicolo: passo tutta la giornata in questa piccola via ed ora che c’è un po’ di buio mi spavento più di quando guardo un film horror.
Cerco di calmarmi pensando che lo Slenderman non esiste davvero, ma non posso essere sicuro neanche di questo, perché su alcuni siti parlano di apparizioni. Più cerco di convincermi e meno sono convinto. All’improvviso arriva un pensiero ancora più ossessivo: ma da quanto tempo sto camminando in questa via? Sembra un’eternità. Non ho né telefono né orologio, quindi non c’è modo di saperlo. E se fossi bloccato in una specie di dimensione spazio-temporale? Posso avanzare quanto voglio, perché non arriverò mai alla fine. No, ecco, davanti a me intravedo la fine della via. Ora devo solo girare a destra e sono arrivato. Per una frazione di secondo credo di essere salvo, ma poi torno a preoccuparmi per il silenzio ossessivo e asfissiante. Provo a fare meno rumore possibile quando cammino, ma proprio adesso si mette a piovere.
Ora il pensiero principale non è più la paura ma è: chi c***o me lo ha fatto fare di non mettere il giubbotto con il cappuccio? Anche questo pensiero non dura a lungo: la pioggia mi rende fradicio e un fulmine fa saltare la luce ai lampioni. Senza più esitare mi metto a correre. Una buca nella strada mi fa inciampare e mi ritrovo per terra, con i pantaloni e la felpa bucati ed un male cane al gomito e al ginocchio, scommetto che sanguinano. In lontananza ci sono due luci: una macchina! Sono salvo!
Improvvisamente penso a un’altra cosa: Sono di più i morti per causa incidente che i ragazzi uccisi dallo Slenderman. Mi ci vuole mezzo secondo per realizzare che sono in mezzo alla strada, ferito, incapace di alzarmi in meno di un minuto. La macchina mi investirà ed io morirò così, nessuno penserà a me fino a domani mattina, quando qualcuno troverà il mio corpo sulla strada…