Sia per curiosità sia perché non aveva altra scelta Harry decise di entrare all’interno dell’immensa recinzione che gli stava davanti. Il primo problema era che il cancello di metallo era chiuso e che era impossibile scavalcarlo. Visto che non poteva scavalcarlo Harry provò a scavare, ma dopo pochi tentativi si rassegnò al fatto che quella strana terra grigia era praticamente infrangibile. A quel punto dall’altra parte del cancello arrivò una civetta bianca. Si posò delicatamente a terra e si trasformò in una ragazza. Era piuttosto alta, aveva i capelli castani piuttosto corti e i suoi occhi erano scuri.
-Perché sei fuori?- chiese lei
-Come vuoi che faccia a entrare se questo cancello è chiuso?- Rispose lui
- Sai, se rispondi in questo modo si vede che sei un umano!
-E se volessi entrare, quindi?
-Allora, immagina di essere davanti a casa tua; Vedi che il cancello è chiuso, cosa fai?
-Suono il citofono, solo che qui non c’è!
-E allora quello cos’è?
Harry si girò a guardare uno dei pilastri e vide che c’era un citofono! (sebbene avrebbe potuto giurare che cinque secondi prima non ce ne fosse nessuno). Harry suonò il citofono e quest’ultimo emise una specie di muggito e niente e nessuno si mosse.
-Be, si direbbe che il cancello ha mal di pancia!- disse ridendo la ragazza.
-Ma io dovrei essere lì dentro per mezzanotte, qualcuno mi aspetta!
-Cosa? Per mezzanotte?!? Chi è che ti vuole morto?
-Un certo Jack…un tipo biondo che avrà una ventina di anni…
-Cancello? Dai, puoi farcela, ti prego…
Il cancello si mise a cigolare e a ululare e poi, con un enorme sforzo, si aprì. La ragazza ringraziò il cancello, poi si rivolse a Harry e disse:
-Io mi chiamo Emma, e tu?
-Harry
-OK, tu D-E-V-I raccontarmi cosa ti è successo con Jack, in cambio, se vuoi, ti do qualche consiglio. Va bene?
-Ci sto.
I due si sedettero su una grossa pietra e Harry raccontò la sua storia a Emma, che la ascoltò con molta attenzione e di tanto in tanto facendo delle domande su alcuni particolari. Quando Harry ebbe finito Lei disse:
-Stasera, quando verrà, ricordati di non accettare di essere teletrasportato da nessuna parte, neppure se ci sono i lupi mannari.
-Lupi mannari? E cosa devo fare se ci sono?
-Io non mi allontano, vi spio dall’alto, ma tu ricordati che posso agire solo all’ultimo momento.
-Va bene. Aspetta, un’ultima cosa: perché prima hai chiesto chi mi vuole MORTO?
-Quanto possono essere ignoranti quelli che abitano sulla terra… A mezzanotte ci sono i lupi mannari!
-OK
-Quindi ciao, e non parlare di me- E con questo saluto Emma sì trasformò in civetta bianca e lasciò Harry da solo.
Lui aspettò qualche minuto appoggiato alla roccia di prima, poi sentì dei passì venire verso di lui e a quel punto vide Jack. Era vestito come l’ altra volta ma completamente di nero. Di fianco a lui c’era Zorik, che adesso però sembrava stesse molto meglio. Jack chiese:
-Allora, com’è andata?
-Diciamo piuttosto bene; mi parli della maledizione?
-Se proprio vuoi… Allora… A 8 anni vivevo nel tuo mondo con i miei genitori, i miei nonni e…
Jack sì guardò intorno e poi disse, con una voce ferma e insensibile:
-Zorik, quell’albero!
Lei, senza esitare e senza alcun rumore, lo abbatté con una testata. L’albero cadde a terra, e solo in quel momento Harry vide una civetta bianca su uno dei rami. La civetta provò a volare via, ma era troppo tardi: Jack la teneva per una zampa. Gli sforzi che Emma faceva erano inutili contro di lui, e anche le beccate non servivano a nulla. Lei allora si arrese e si trasformò in umana. Harry intanto era rimasto immobile, incapace di fare qualcosa.
-Allora vi siete incontrati! Ci avrei scommesso che qualcuno ti avesse visto!- Poi, in tono più serio-Irmin!
Emma allora urlò:
-No!
A quel punto Harry si mise davanti a lei e gridò:
-Lasciala stare!
-Cosa credi di potermi fare, umano!- E diede una spinta a Harry
Jack fece qualche passo verso Emma e disse di nuovo
-Irmin!
Harry rabbrividì: Emma si stava trasformando in un mostro gigantesco e orribile! Quello che prima doveva essere Emma si avvicinò lentamente a Harry e lo sfiorò più dolcemente possibile con il suo grosso muso. Dai suoi occhi scese una lacrima.
-Dai, smettila, è sempre la stessa storia, vieni!
Lei guardò tristemente Harry e se ne andò.
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